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A poco più di 7 km dal mare, Dolceacqua possiede uno dei borghi più affascinanti del mondo, un raro esempio di come turismo e tradizione abbiano trovato il loro giusto equilibrio. La bellezza di Dolceacqua era conosciuta già dai viaggiatori stranieri del secolo scorso; il suo castello, la “cascata” di case che lo circonda e l’aereo ponte esercitano ancora oggi un indiscutibile fascino.
Il torrente Nervia divide in due il paese: sotto al castello la parte più antica, la “Terra”, con le case in gironi concentrici e numerosi passaggi coperti tra carruggi. Al di qua del torrente c’è il “Borgo”, anch’esso d’origine medievale, con il curioso “monumento alla capra”.Stretti “carruggi” che salgono, scendono, s’incrociano come in un labirinto, bui passaggi sotto le abitazioni, come in un paese di favola, misterioso e stregato, fanno di Dolceacqua una meta obbligata per i visitatori della Riviera di ponente. Il Ponte Vecchio è uno degli elementi architettonici più eleganti del posto, descritto da Claude Monet come un gioiello di leggerezza. Esso collega i due nuclei antichi di Terra e di Borgo.
L'economia del luogo è essenzialmente agricola: la vite si trasforma nel buon Rossese, vino D.O.C. e succede fuori stagione di vedere in paese, proprio come un tempo, la pulitura delle olive, dalle quali nasce un olio di gran qualità.
Qui l’uomo e i suoi sentimenti rimangono i protagonisti di un mondo autentico e operoso, ancora distante dalle ansie e dalle frenesie del nostro tempo. E questo, forse, il segreto di Dolceacqua, del suo indimenticabile fascino e della sua sincera ospitalità. |
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